Psicoterapia ad Orientamento Psicodinamico
Ogni individuo che si rivolge ad uno psicoterapeuta sta sicuramente vivendo un momento di grande difficoltà o di confusione. La motivazione ad iniziare un percorso terapeutico è sicuramente un aspetto molto importante; essersi fermati ed aver chiesto aiuto rappresenta il primo e più significativo passo dell’intero processo. Nel corso della vita accade, purtroppo, che molte persone non riescono a riconoscere di avere bisogno di aiuto, pensano che la causa dei loro problemi dipenda dagli altri, minimizzano il disagio che stanno attraversando o credono, in modo pessimistico, che nessuno possa offrire una soluzione utile alla loro problematica.
La scelta di intraprendere un percorso terapeutico permette l’avvio di un processo di crescita personale, intenso e unico. Il primo aspetto che viene affrontato nei primi colloqui è l’elaborazione e la comprensione della richiesta. Come mai arriva in questo preciso momento? Cosa ha determinato la rottura dell’equilibrio del soggetto?
Il metodo psicoterapeutico utilizzato consiste in una fase iniziale di valutazione, della durata di 4 colloqui, che attraverso una indagine psicodinamica breve (I.P.B.) permetterà di ottenere un quadro complessivo di funzionamento psichico della persona.
Questa parte sarà molto importante per comprendere la reale motivazione che ha portato il paziente alla consultazione ed inquadrare la sua organizzazione di personalità in modo tale da effettuare un adeguato piano di trattamento psicoterapeutico su misura per ogni singola persona. Questo perché ogni individuo è unico e non esistono terapie preconfezionate da utilizzare con una modalità “copia-incolla”.
Gli aspetti importanti da considerare sono la dimensione intrapsichica dell’individuo e la modalità relazionale, andando a comprendere la natura profonda dei meccanismi di difesa, l’angoscia, le risorse interne e gli schemi relazionali utilizzati nella vita quotidiana.
Al termine dei quattro colloqui il terapeuta definisce una prima ipotesi diagnostica e stabilisce le tappe e gli obiettivi del percorso terapeutico, ovviamente elaborati e condivisi con il paziente.
L’approccio utilizzato dalla Dott.ssa Scala si fonda su un modello integrato basato sulla teoria psicoanalitica classica, per alcuni aspetti rielaborata attraverso i contributi della teoria delle relazioni oggettuali e dell’opera di Winnicott.
La psicoterapia psicoanalitica si basa sull’esplorazione di fattori non consapevoli che determinano i comportamenti e le emozioni degli individui.
Attraverso il processo terapeutico è possibile rivelare in che modo gli aspetti inconsci abbiano influito sulle relazioni attuali.
Nel corso di un trattamento psicoanalitico la relazione tra il paziente e il terapeuta assume un ruolo centrale, fondamentale, di tutto il percorso terapeutico. L’obiettivo sarà di comprendere in modo più profondo gli aspetti che spingono a mettere in atto soluzioni errate al fine di promuovere cambiamenti più funzionali nell’individuo che cerca assistenza nel suo difficile percorso di vita.
La psicoterapia psicoanalitica è orientata a comprendere e curare le cause del disagio interiore e delle problematiche relazionali.
L’intervento di psicoterapia può essere applicato a vari disturbi: depressione, disturbo bipolare, attacchi di panico, fobie, disturbo ossessivo compulsivo, disturbo acuto da stress, disturbo post-traumatico da stress, disturbo d’ansia generalizzata, anoressia, bulimia, obesità, binge eating, disturbi di personalità paranoide, schizoide, schizotipico, borderline, istrionico, narcisistico, antisociale, evitante, dipendente, ossessivo compulsivo, difficoltà relazionali, disturbi sessuali, di coppia, problemi adolescenziali, gioco d’azzardo, internet, shopping compulsivo, dipendenza dal lavoro, dal sesso, dal cibo e dalle relazioni affettive, psicosi e disturbi psicosomatici (problemi cardiovascolari, disturbi gastrointestinali, respiratori, dermatologici, muscolari).
L’obiettivo sarà quello di raggiungere uno stato di benessere, una remissione dei sintomi, una consapevolezza di sé, tale da fornire un maggior senso di stabilità, coesione interna e non solo, ristabilendo così un adeguato equilibrio bio-psico-sociale duraturo nel tempo.
Si tratta di un intervento, con un numero contenuto di sedute, che agisce eliminando i comportamenti disfunzionali per i quali la persona ha chiesto una consulenza, attivando così le risorse e producendo un cambiamento duraturo nella modalità attraverso cui la persona percepisce e costruisce la propria realtà.
Questo darà alla persona i mezzi per realizzare una modifica migliorativa del comportamento che sarà più adeguato e renderà l’individuo più libero di agire in modo attivo, autonomo, accrescendo l’autostima, diventando assertivo, gestendo le proprie emozioni, regolando i propri impulsi e imparando a costruire relazioni affettive più mature e sane.
Il fine sarà quello di avere un maggior controllo e una maggiore padronanza di se stessi evitando così di mettere in atto le dinamiche disfunzionali precedenti.
Alcuni punti salienti di questo approccio sono i seguenti:
– Individuazione del “focus”, cioè l’attenzione posta su uno specifico problema circoscritto portato dal paziente
– Il ruolo centrale della relazione terapeutica tra paziente e psicoterapeuta
– L’uso della poltrona anziché il lettino, quindi la possibilità di un rapporto più diretto, faccia a faccia, molto importante per creare una buona alleanza tra paziente e terapeuta
– Minore durata del trattamento psicoterapeutico rispetto alla psicoanalisi classica
– Frequenza tipicamente di una volta, o al massimo due, a settimana
– Terapeuta con un ruolo più attivo rispetto alla classica analisi Freudiana