La crescita individuale è caratterizzata da continui cambiamenti e da scelte, accompagnati, di solito, da conflitti. La nostra mente è un sistema, al pari di tutti i sistemi viventi, gli elementi che la compongono sono in continuo movimento. Lo sviluppo mentale implica una integrazione tra aspetti emotivi e cognitivi. Durante l’infanzia le esperienze positive alimentano la crescita mentre quelle negative possono condurre a disordini affettivi, relazionali oltre che a blocchi nella maturazione cognitiva e a disordini dell’apprendimento.
La concezione stadiale del percorso evolutivo, ritiene che il passaggio da una fase a quella successiva possa avvenire, ancora più velocemente secondo l’esposizione di un soggetto ad esperienze di vita. Ad esempio, nella risoluzione di un problema l’esposizione di un bambino ad un conflitto con un gruppo d’amichetti d’età superiore, può creare una tensione interiore che lo spinge ad acquisire nuove capacità.
Pertanto, l’apprendimento di abilità e la crescita cognitiva possono essere stimolati da un conflitto costruttivo.
Lo sviluppo infantile richiede un ambiente sereno e rassicurante affinché gli eventi scoraggianti possano esercitare il minimo danno ai bambini. Le esperienze frustranti in equilibrio con quelle positivamente rinforzanti, garantiscono al bambino un adattamento equilibrato alla realtà.
Secondo Winnicot, una madre deve essere sufficientemente buona, in altre parole, deve fornire a suo figlio sia gratificazioni sia frustrazioni. Questa alternanza tra frustrazioni e gratificazioni interiorizzata garantirà una buona integrazione dell’Io, permettendo così di tollerare in futuro le possibili frustrazioni.
Le esperienze infantili sono assimilate e costituiscono la bussola con cui, da adulti, si costituiranno le successive relazioni interpersonali.
Il bambino acquisisce una percezione di Sé come soggetto non meritevole d’amore ed incapace di suscitare il consenso altrui, quando nei primi anni di vita si sono succeduti, abitualmente esperienze conflittuali e frustranti cui sono mancati elementi di conforto e rassicuranti; le conseguenze sono deleterie sia sul piano affettivo, sia in ambito relazionale sia in quello cognitivo.
Ad esempio, si immagini un bambino che riceve in famiglia messaggi di essere cattivo e al contempo subisce punizioni senza ricevere adeguate spiegazioni oppure, altre situazioni, in cui il bambino non riceve manifestazioni di affetto quando è lui ad averne bisogno ma solo quando gli altri avvertono l’esigenza di coccolarlo.
L’immagine che andrà costruendo di sé sarà frammentata perché il comportamento cui assiste è incoerente ed imprevedibile. Di fronte ad un problema il bambino non saprà quale soluzione scegliere perché i suoi punti di riferimento hanno assunto atteggiamenti conflittuali, talvolta frustranti, talvolta amorevoli, talvolta distaccati.
Durante la crescita , le aspettative verso gli altri saranno sospettose e paurose, lo stato affettivo sarà spesso ansioso o tendenzialmente depresso. Un intervento di aiuto per il bambino che abbia avuto questo passato o che lo vive nel presente deve appuntarsi sulla costruzione positiva dell’immagine del Sé attraverso un rafforzamento dell’Io e la lenta modifica delle percezioni distorte. Quest’obiettivo va inquadrato all’interno di una relazione terapeutica fiduciosa ed empatica.
Il coinvolgimento della famiglia, inoltre, offrirebbe l’opportunità di modificare i modelli disfunzionali per collaborare attivamente al raggiungimento del benessere psichico del paziente.