Oggi assistiamo, durante i procedimenti civili per le separazioni giudiziali, al fenomeno conosciuto con il termine di false accuse. In seguito ad una separazione coniugale, sono sempre più frequenti accuse di abusi e maltrattamenti che si rivelano strumentali, finalizzate ad arrecare forte danno all’ex partner.
I soggetti maggiormente colpiti da accuse che successivamente si rivelano infondate sono gli uomini, e il fenomeno più denunciato è certamente l’abuso sessuale.
Le conflittualità della coppia sono insabbiate da anni, coperte da una facciata di apparente tranquillità che in realtà nasconde un disagio profondo che non passa inosservato nell’inconscio dei figli.
Una separazione altamente conflittuale potrebbe incidere in modo significativo sullo sviluppo di personalità del minore, con conseguenze ipotizzabili nell’ambito di identificazioni psicopatologiche con le figure genitoriali che, invece, dovrebbero rappresentare i modelli a cui fare riferimento.
Le coppie che mettono in atto comportamenti conflittuali sono quelle che funzionano dal punto di vista mentale sotto una economia narcisistica. Questi partner non hanno raggiunto una maturità individuale e di coppia per tale motivo strutturano legami basati sul possesso, il dominio sulla prevaricazione e sulla dipendenza.
I terapeuti ed i consulenti tecnici sono consultati da persone che sempre più rivelano la difficoltà a strutturare relazioni affettive profonde. Questo evidenzia la fragilità dei legami, il cui risultato ha privato l’individuo della capacità di condividere con l’altro in modo significativo le esperienze emotive. La patologia di questa nostra epoca è basata purtroppo sulla disgregazione dei legami, sulla fragilità delle esperienze familiari.
Perché alcune separazioni diventano impossibili? In realtà si tratta di partner che non si sono mai veramente incontrati, che non hanno costituito una sfera mentale di coppia sviluppando nel legame la reciprocità, riconoscendo le differenze e integrandole.
In questi casi il conflitto non ha mai una valenza costruttiva ma mette in atto una modalità distruttiva verso l’altro.
E intanto i figli vengono derubati dell’infanzia, dell’adolescenza, e si portano dietro segni indelebili, ferite al narcisismo tali da compromettere la loro evoluzione psichica futura, incidendo sul valore di sé, sull’autostima, sulla libertà di vivere la propria vita.
Assistiamo a scenari dove attraverso l’elevato conflitto diventa impossibile ogni tentativo di mediazione e soprattutto viene annullato il concetto di bigenitorialità.
Nonostante la coppia coniugale non esista più c’è la tendenza a farsi la guerra con l’unico scopo di distruggere l’altro, senza considerare i danni che il figlio subisce.