Il caregiver è colui che si prende cura del malato, il più delle volte è un membro della famiglia.
Quando un familiare si ammala tutte le attenzioni della persona che assiste vengono canalizzate sul malato.
Non dobbiamo sottovalutare le conseguenze negative che si ripercuotono nel caregiver durante la malattia cronica di un familiare.
I familiari che si fanno carico di malattie invalidanti, come ad esempio, la demenza sono sottoposti ad un continuo logorio che si ripercuote sulla salute psicofisica generando, alla lunga, fenomeni di burnout.
Il carico emotivo diventa molto pesante ed il caregiver inizia a subire un eccesso di stress che riduce in modo drastico la qualità di vita.
E’ importante riconoscere questi segnali per evitare di creare un meccanismo dannoso che può ripercuotersi sul malato ed il caregiver.
Spesso il caregiver va incontro ad un cambiamento del proprio stile di vita ed inizia a negare i propri bisogni, fino a non riconoscerli. A questo punto si crea un circolo vizioso negativo che può compromettere il benessere psicofisico di chi si fa carico del familiare malato.
Questo carico assistenziale che vede il caregiver impegnato 24 ore su 24 nell’assistenza del proprio caro si ripercuote, negativamente, su più livelli: psichico, fisico e cognitivo. Se non si fa attenzione ai segnali che il caregiver presenta, alla lunga, questo continuo logorio, porta ad ammalarsi.
Il burden del caregiver si manifesta sotto forma di vari disturbi, come quello del sonno, difficoltà mnestiche, dell’attenzione, della concentrazione, irritabilità, somatizzazioni, abbassamento delle difese immunitarie, agitazione, umore depresso e ansia. Talvolta vengono prescritti al caregiver psicofarmaci per fronteggiare i disturbi correlati all’ansia e/o alla depressione.
Oltre ad un trattamento farmacologico è necessario un supporto psicologico per aiutare la persona a divenire cosciente della necessità di ritagliarsi degli spazi, in modo da limitare il continuo contatto con il familiare assistito e non vivere la separazione con vissuti di colpa.
L’obiettivo terapeutico è quello di offrire tramite una psicoeducazione del caregiver gli strumenti per modificarne lo stile di vita e metterlo nelle condizioni di non sviluppare più disturbi legati a un sovraccarico di stress.