Cos’è l’ansia? E’ una reazione istintiva di difesa di fronte ad una situazione avvertita come pericolo.
Il suo fine è quello di difenderci ma se diventa pervasiva risulta invalidante e disadattiva.
Possiamo definire l’ansia come uno stato di tensione emotiva a cui spesso si accompagnano sintomi fisici come tremore, sudorazione, palpitazioni e aumento della frequenza cardiaca.
L’ansia assume un carattere patologico quando non risulta proporzionata alle vicende di un soggetto oppure quando interferisce con le sue normali attività di vita, ed è proprio per questo motivo che non dobbiamo sottovalutare la persona che si reca in ospedale riferendo un sintomo ansioso. Nell’ansia prevalgono due componenti quella fisica, caratterizzata da sintomi neurovegetativi, quali palpitazioni e sudorazione, e quella psichica che presenta stati legati alla paura e alla tensione.
L’ansia ha una ripercussione sul sistema neurovegetativo e, anche, sulle funzioni psichiche (pensiero, apprendimento, percezione). L’ansia patologica è diversa da quella definita “normale” perché i sintomi diventano autonomi, quindi non più legati a cause esterne reali, e appaiono più duraturi nel tempo.
A lungo andare questo crea un grado di sofferenza elevata e un disagio che costringe il soggetto a utilizzare strategie di evitamento che impediscono di vivere serenamente la propria esistenza. In seguito agli episodi di attacco di panico possono associarsi ansia e depressione, molto frequenti nella popolazione generale. E’ importante affiancare al percorso psicoterapico un trattamento farmacologico in grado di attenuare i sintomi per evitare che diventino invalidanti.