Una fase di cambiamento importante che vive la coppia è la nascita di un figlio. Questo determina l’entrata di un terzo, e quindi concerne la capacità di passare dalla relazione duale a quella triangolare strutturando così un rimaneggiamento della coppia, necessario per la sua evoluzione.
La genitorialità può essere intesa come una funzione di tipo processuale ovvero il processo del “prendersi cura di un figlio” o piuttosto l’insieme delle attività, come il nutrire, fornire affetto, protezione ed educare, che un genitore mette in atto nei confronti del figlio sia biologico che non biologico. Queste attività sono fondate su istinti e affettività ma necessitano anche di complesse operazioni mentali frutto del funzionamento dei processi psichici o della personalità.
Un genitore deve essere in grado di sintonizzarsi affettivamente sui bisogni del figlio.
Per un buon funzionamento psicologico da cui i suoi componenti traggono beneficio fisico e mentale, la famiglia deve rispettare regole, ruoli e funzioni che assicurano sopravvivenza e beneficio psicologico, adeguandosi alle esigenze dei suoi componenti, sostenendone bisogni e progetti. Per questo come gruppo deve possedere un grado di flessibilità tale da poter integrare i cambiamenti e accogliere le nuove esigenze dei suoi componenti.
Il passare del tempo vede lo sviluppo evolutivo dei figli, la famiglia dovrebbe essere in grado di evolversi sostenendo richieste e comportamenti in rapporto alle loro nuove esigenze. Il funzionamento psichico della famiglia è legato a quello della coppia, al livello di maturità raggiunto da essa.
I genitori orientano con il loro comportamento emotivo e fisico, a partire dai primi anni di vita, quello del bambino. La loro presenza emotiva è dominante, gli fornisce messaggi che interiorizza, che contribuiscono a costruire la sua vita mentale, che lo aiutano a riconoscere quella esterna. In seguito gli danno indicazioni pratiche riguardanti il non fare e il fare, il cui apprendimento tutela la sua stessa sopravvivenza preparandolo a sviluppare attitudini che gli permetteranno di vivere con gli altri nel rispetto di sé e delle regole del vivere sociale. Viene punito per quello che non si deve fare, viene incoraggiato per quello che è ritenuto buono. In questo modo il bambino alimenta la credenza nelle sue capacità. Il termine narcisismo normale sottolinea l’investimento positivo su sé stessi
Quello che il bambino coglie nello sguardo nelle azioni dei genitori, freddezza, indifferenza o affetto, rafforza attraverso gli scambi emotivi la relazione, il sentirsi accettato o respinto, avrà l’effetto di edificare o distruggere la costruzione della propria immagine, il valore di sé. Si tratta di stati affettivi che sperimenta precocemente e influenzano la consapevolezza del suo essere individuo amato, da cui origina la considerazione di sé come oggetto d’amore, investito dall’affetto dei suoi genitori.
Nelle coppie conflittuali viene meno la possibilità di sintonizzarsi sui bisogni del minore. Durante le separazioni conflittuali, i bambini sono oggettivamente a rischio di danno evolutivo perché sono strumentalizzati ai fini della separazione dei genitori e della richiesta di risarcimento, economico e psicologico, che ne deriva.
Sicuramente, gestire una separazione non è quasi mai semplice. Si è visto che andare d’accordo con l’ex partner rappresenta una vera e propria chimera. Riuscire a mettere in atto un rapporto sano con l’altro genitore è importante per la crescita dei figli.
Un errore che spesso viene commesso è quello di credere che il figlio non abbia bisogno dell’altro genitore e che da soli si riesca a gestire tutto. Il più delle volte le madri pensano di poter crescere da sole un figlio solo perché lo hanno partorito o perché svalutano l’operato dell’altro genitore.
Un altro errore è parlare male del padre o della madre davanti ai figli. Denigrare la figura dell’altro genitore crea disagi psicologici nel figlio che, alla lunga, possono portare a comportamenti rabbiosi o al contrario implodere verso sé stessi. E’necessario non strumentalizzare i figli utilizzandoli come arma contro l’altro.
La conflittualità dei genitori, sia prima che dopo la separazione, crea profondi disagi nei figli, per questo lasciarsi, quando queste dinamiche diventano sempre più distruttive, permette di far vivere in modo più sereno i figli. La pratica clinica dimostra che arreca più danno ai figli subire la conflittualità dei genitori piuttosto che vederli separati. Ricordiamoci che la coppia coniugale può finire ma quella genitoriale dura tutta la vita, perché dai figli non ci si separa mai.
E’importante riconoscere i bisogni dei figli in modo da accogliere le loro richieste senza mettere davanti in modo egoistico i propri.
I genitori devono accordarsi il più possibile su una corretta educazione che tuteli la salute mentale ma anche fisica dei figli.
Le coppie che si trovano a dover affrontare una crisi cercano, il più delle volte, di risolvere i loro problemi senza chiedere un consulto. Si è visto che quando non c’è spazio per la riflessione ed il conflitto non permette un sano confronto si preferisce la strada della separazione.
Gli studi hanno messo in evidenza l’importanza di chiedere un aiuto psicologico prima di avviare una separazione. Questo permette, il più delle volte, di trovare strategie utili per risolvere il problema attuale e affrontare l’impasse che la coppia sta vivendo. Purtroppo, per scetticismo, timore o altro si declina la possibilità di rivolgersi ad uno specialista che possa aiutare a trovare insieme nuove strade da percorrere.
Qualora uno dei due partner dovesse iniziare una relazione con un nuovo compagno/a è necessario introdurre questa nuova figura in modo graduale ai figli affinché quest’ultimi possano abituarsi ad un nuovo equilibrio familiare. Successivamente, invece, la nuova coppia potrà assumere un ruolo più stabile, partecipando in modo continuativo a tutte le attività che riguardano i bambini.
E’ importante che prevalga sempre il buon senso perché non esiste il manuale del perfetto genitore. Ciascun partner deve essere in grado di mettere da parte il proprio egoismo per tutelare i figli e mantenere il loro benessere, in modo da fargli vivere la separazione come un processo necessario e naturale della vita.